Il nostro gatto è più irrequieto del solito, si gratta insistentemente, si lecca e si mordicchia in varie parti del corpo… la sua pelle è arrossata e con qualche crosticina… dobbiamo preoccuparci?
Potrebbe essere allergico.
Vediamo insieme in cosa consiste l’allergia nei gatti e come si può manifestare.
Allergia nel gatto: in cosa consiste?
Sommario
In generale per “allergia” si intende una reazione spropositata dell’organismo verso particolari sostanze presenti nell’ambiente e che normalmente non sono pericolose. Ne sono esempio alcuni pollini, piante, veleni di insetti e anche alimenti.
Le allergie possono comparire in un momento qualsiasi della vita e possono essere sia transitorie, che permanenti. La maggior parte delle reazioni allergiche sono lievi o moderate, anche se causano grande disagio a chi ne è affetto. Fortunatamente possono essere tenute sotto controllo grazie ad una serie di protocolli farmacologici. Raramente può capitare che si verifichino reazioni allergiche gravi e che possono sfociare in uno shock anafilattico, vera propria emergenza medica, che necessita di cure urgenti.
Le sostanze, che provocano allergie, vengono chiamate allergeni e, oltre a sintomi a carico della pelle, possono provocare sintomi respiratori, quali starnuti, tosse, rinorrea, ovvero naso che cola, fino a fenomeni asmatici. Altro capitolo sono le cosiddette “intolleranze”, reazioni a determinate sostanze, quasi sempre alimenti, in grado di provocare sintomi spiacevoli maggiormente gastroenterici. Oltre ad allergie e intolleranze, vi sono poi le cosiddette “ipersensibilità”, ovvero reazioni spropositate a determinate sostanze.
In medicina umana è nota quella alla caffeina, mentre per i gatti si ipotizza una reazione esagerata di alcuni soggetti a sostanze presenti nell’erba gatta. Questa pianta infatti contiene una sostanza, che è un analogo dei feromoni felini, e quindi svolge un’attività neuroattiva nei gatti. Circa un terzo dei gatti è molto attratto da questa pianta; come loro, lo sono anche alcuni loro grandi cugini selvatici, quali tigri e leopardi: alcuni di questi hanno effetti paradossi, ingerendola o annusandola, perché sono, appunto, molto sensibili.
Vediamo ora insieme quali sono le principali manifestazioni sintomatologiche di allergia nei nostri amici felini.
Sintomi di allergia nel gatto
I sintomi allergici nel gatto si possono suddividere in tre macro gruppi in base all’apparato maggiormente colpito. Tuttavia, non sono rari i casi nei quali più apparati sono coinvolti e si hanno quindi sintomi che ne coinvolgono più di uno.
(1) Quando gli allergeni provocano reazioni a livello della cute avremo dermatiti con prurito intenso. I gatti colpiti si grattano in modo continuo, sia con le unghie, ma anche tolettandosi in modo ossessivo e mordicchiandosi. Ne conseguono lesioni cutanee, causate da auto traumatismi, che possono anche infettarsi. La pelle appare arrossata, priva di pelo e ci possono essere delle croste. Il nostro gatto sarà particolarmente nervoso e infastidito dal prurito e, quindi, il suo comportamento potrà essere diverso dal solito.
(2) Quando gli allergeni invece colpiscono il sistema respiratorio, i sintomi saranno appunto respiratori: il nostro gatto potrà manifestare starnuti, scolo nasale, tosse, fino alla difficoltà respiratoria, nei casi di asma. Il respiro apparirà stentato e si potrebbero udire dei rumori simili ad un piccolo fischio.
(3) Quando l’allergia si manifesta invece a causa di allergeni alimentari, sarà colpito l’apparato digerente e avremo vomito, diarrea, inappetenza, gonfiore e dolore addominale, dopo che il gatto ingerisce gli alimenti incriminati.
Allergia nei gatti: dopo quanto si manifesta?
Le allergie possono manifestarsi nei gatti e in tutti gli animali, uomo compreso, fin dalla più tenera età. Il sistema immunitario dei soggetti allergici è infatti ipersensibile a determinate sostanze, che riconosce come pericolose, anche quando pericolose non sarebbero. Un gatto può diventare anche allergico all’improvviso, a seguito di stimolazioni del sistema immunitario che passano inosservate, come malattie infettive, che si manifestano con pochi sintomi o anche dopo vaccinazioni. Un’altra causa di insorgenza di allergia potrebbe essere l’iperesposizione a determinare sostanze. In realtà, non si conoscano bene i meccanismi secondo i quali un soggetto diventa allergico. In medicina umana, vi è la cosiddetta “teoria dell’igiene”, secondo la quale bambini non esposti a normali allergeni, perché cresciuti in ambienti quasi asettici e nei quali non vengono a contatto con nessun batterio o virus, rischiano di sviluppare maggiormente allergie. Questa teoria potrebbe essere applicata anche agli animali, ma nel caso dei nostri amici a quattro zampe, è molto più difficile, che non vengano completamente esposti e nessun allergene, non fosse altro per il fatto che si coricano sul pavimento e che frequentano spesso luoghi all’aperto, dove è presente una ricca flora batterica, virale e fungina. Spesso non è quindi possibile conoscere il fattore scatenante e i fenomeni allergici possono insorgere in modo improvviso durante tutto il corso della vita del nostro gatto.
Rimedi per l’allergia del gatto
In molti casi, il modo più efficace per gestire un’allergia è quello di evitare, quando possibile, contatti con l’allergene, che provoca la reazione. Sono anche disponibili diversi farmaci per controllare i disturbi (sintomi) dovuti a reazioni allergiche, anche se il soggetto allergico resta tale per tutto il corso della sua vita. Evitare il contatto con gli allergeni può essere molto difficile, se questi sono rappresentati da sostanze presenti in grandi quantità nell’ambiente, come ad esempio gli acari della polvere, pollini o alcune piante infestanti. Diverso invece è il discorso per altri tipi di allergeni, che sono molto più controllabili. Ne sono un esempio le proteine contenute nella saliva delle pulci, che rappresentano una delle cause più frequenti di allergia nel gatto, come anche nel cane. L’allergia da morso di pulci viene considerata infatti una sindrome a sé, che prende il nome di Dermatite Allergica da Pulci, rinominata con l’acronimo “DAP”. Questo tipo di allergia, oltre ad essere abbastanza facile da diagnosticare, si risolve rapidamente eliminando le pulci dal pelo del nostro gatto. Il nostro medico veterinario di fiducia saprà sicuramente individuare i segni diretti e indiretti di presenza di pulci sul nostro gatto e, una volta collegata l’insorgenza del prurito con la presenza delle pulci, potrà trattare il nostro felino guarendogli l’allergia. Molto spesso, oltre ad un trattamento da somministrare al gatto, potrebbero essere necessari trattamenti ambientali per disinfestare l’area dove vive il gatto. La prevenzione in questi soggetti si effettua con regolari trattamenti antiparassitari, volti ad impedire alle pulci di infestarli. Anche il morso di una sola pulce può infatti scatenare una forma allergica importante nei soggetti sensibili. La DAP si manifesta con sintomi cutanei e spesso il veterinario potrà associare anche altri presidi farmacologici o integratori o shampoo terapia con shampoo lenitivi, per ridurre il disagio del nostro amico con la coda.
Un altro caso in cui si può prevenire efficacemente un’allergia è quello delle allergie alimentari. Seppur rare, esistono vere e proprie forme di allergie alimentari, anche se più frequentemente si manifestano intolleranze alimentari. Una volta individuato l’alimento in grado di provocare sintomi di allergia o intolleranza, va ovviamente escluso completamente dalla dieta per diverso tempo. In molti casi, quando siamo di fronte a un’intolleranza, non è escluso che, dopo un lungo periodo nel quale non si fa assumere un dato alimento al nostro gatto, si possa poi reintrodurlo in piccole quantità e in modo graduale. Dopo un periodo di desensibilizzazione, che solitamente dura dalle 4 alle 12 settimane, si può reintrodurre l’alimento responsabile di intolleranza in piccole quantità attraverso una dieta cosiddetta “di provocazione”. Attenzione invece agli alimenti, che provocano allergia vera e propria: se l’alimento è in grado di provocare una reazione orticarioide forte, o addirittura una crisi respiratoria, è ovviamente necessario escluderlo a vita dalla dieta dei nostri amici.
Allergia al gatto e al pelo del gatto
Oltre alle allergie, che i nostri gatti possono avere nei confronti di varie sostanze, un altro frequente problema è l’allergia che noi possiamo avere nei confronti dei gatti stessi. Si stima che l’allergia ai gatti colpisca il 10% della popolazione mondiale ed è quindi molto diffusa in tutto il modo, senza grandi differenze tra i vari Paesi. Spesso si sente parlare di allergia al pelo del gatto, ma in realtà non è il pelo del gatto a scatenare la reazione allergica, bensì una proteina contenuta nella saliva dei gatti. Questa proteina chiamata “Fel d 1”, oltre che nella saliva, è presente nel secreto delle ghiandole sebacee, che si trovano nella cute del gatto. La proteina si trova quindi sul pelo, ma anche nell’ambiente nel quale vive il gatto, in quanto viene diffusa attraverso piccole scaglie di cute o peli che fisiologicamente vengono persi dai gatti. Perciò, anche se non si viene a contatto direttamente col gatto, si può avere una reazione allergica, anche solo entrando in una stanza dove è stato il gatto. Le piccole scagliette di pelle e i peli possono infatti essere inalate o venire a contatto con la pelle, con gli occhi ed il naso, provocando a chi è allergico i tipici sintomi dell’allergia come prurito, lacrimazione, starnuti, orticaria.
VACCINO PER L’ALLERGIA AL GATTO
Nel 2022 un’azienda svizzera ha formulato per la prima volta un vaccino desensibilizzante per persone affette da allergia ai gatti e ha pubblicato i primi risultati dei test sui felini sul “Journal of Allergy and Clinical Immunology”.
Il vaccino, infatti, si praticherebbe ai gatti e dai test è emerso che i gatti ai quali è stato somministrato hanno prodotto anticorpi in grado di legare e neutralizzare la proteina Feld1, inattivandola. Il test effettuato su 54 felini non ha mostrato effetti collaterali nei gatti, ai quali è stato somministrato. L’azienda ha poi proseguito con l’iter per la registrazione del prodotto, che probabilmente a breve sarà diffuso sul mercato. Tuttavia, ad oggi, gli unici trattamenti per le persone affette da allergia ai gatti restano quelli sintomatici. Oltre a questo vaccino, è stato messo a punto anche un vaccino contro l’allergia ai gatti, che si pratica però agli esseri umani allergici; un’altra azienda Canadese ha infatti testato su 88 persone l’efficacia di un vaccino contro la proteina Fel d 1 da somministrare alle persone risultate allergiche e i primi risultati nell’alleviare i sintomi di allergia sono confortanti.
Esistono invece dei vaccini per i gatti allergici, che vengono chiamati immunoterapie desensibilizzanti. Vediamo ora il caso che l’allergico fosse il tuo gatto e non tu in prima persona, come potergli alleviare questo disagio.
Test allergici nel gatto
In caso il tuo gatto soffrisse di allergie con sintomi respiratori, cutanei o intestinali, vi sono delle immunoterapie, che possono migliorarne la sintomatologia. Queste vengono allestite sulla base di test specifici, orientati a individuare l’allergene responsabile dell’innesco della reazione allergica. Solitamente questi test, in base all’allergene che si vuole testare, possono essere effettuati tramite un prelievo di sangue o dei test intradermici. Il primo metodo mira a individuare delle sostanze in circolo, le immunoglobuline della classe IgE, responsabili della produzione di anticorpi, che nei soggetti allergici sono più numerose rispetto a quelli non allergici. I testi intradermici invece consistono nel mettere a contatto il sottocute del gatto con piccole quantità dei possibili allergeni: in caso il nostro gatto fosse allergico a una o più sostanze iniettate, avverrà nel punto di inoculo una reazione allergica, caratterizzata da rossore, gonfiore e prurito. Entrambi i test sono poco invasivi e consento di individuare con una certa precisione gli allergeni responsabili del problema, al fine di poter allestire una immunoterapia. Questa consiste nell’allestimento di uno speciale vaccino, che viene iniettato al gatto a intervalli regolari, all’inizio con cadenza settimanale, e nel tempo a intervalli più distanziati. Gli effetti benefici dell’immunoterapia si manifestano dopo cinque mesi o anche dopo un anno, pertanto, è quasi sempre necessaria una terapia di supporto, che va spesso associata a modificazione della dieta, che può essere arricchita da nutraceutici e integratori specifici, per ridurre l’iperreattività del sistema immunitario.
I gatti che non danno allergia
Esistono gatti che non danno allergia? La risposta purtroppo è no!
Non vi sono infatti razze particolari di gatto, nelle quali è stata rilevata l’assenza della proteina Fel d 1 nella saliva o nelle ghiandole sebacee. Tuttavia, si è visto che alcune razze di gatti, come anche alcuni individui, ne producano di meno. Anche all’interno di una stessa razza o nel caso di gatti comuni Europei, vi sono felini che producono minori quantità dell’allergene, anche se non sono individuabili con certezza. Alcune razze, in ogni caso, pare producano minori quantità della proteina, responsabile di provocare allergie nell’uomo; tra questi sono stati individuate:
- il Balinese,
- il Blu di Russia,
- il Giavanese,
- il Siamese,
- il Siberiano,
- il Bengala,
- i Cornish e Devon Rex
- e gli Sphynx (privi di pelo).
Va ribadito in ogni caso che, seppure queste razze di gatti sembrino produrre meno proteina Fel d 1, non ne sono del tutto privi. Perciò, le persone molto allergiche ai gatti devono sapere che non è escluso che queste razze possano provocargli reazioni allergiche. L’unico modo per capire è fare una prova, ospitando il gatto in casa propria, senza acquistarlo o adottarlo definitivamente, in modo da non trovarsi poi nella sgradevole situazione di dover cercare un’altra casa al gatto nuovo arrivato.
Poiché non esiste una vera razza di gatto ipoallergenico, se siamo debolmente allergici, ma non vogliamo rinunciare ad avere la compagnia di un felino, possiamo mettere in atto una serie di strategie, per ridurre la quantità di proteina allergenica con la quale veniamo a contatto. In primo luogo, sono da preferire gatti a pelo corto o con poco sottopelo; questi vanno fatti spazzolare regolarmente da una persona non allergica, e condotti da un toelettatore esperto con cadenza regolare, il quale potrà allontanare il pelo e il sottopelo in eccesso ed effettuare bagni con shampoo specifici. Ovviamente le persone allergiche dovrebbero:
- evitare contatti troppo intimi con il gatto, evitando di mettere a contatto il viso con quello del gatto;
- lavarsi frequentemente le mani dopo averli accarezzati;
- evitare che il gatto dorma sul proprio letto.
Anche l’igiene della casa deve essere effettuata con più attenzione, cercando di passare più volte l’aspirapolvere e cambiare e lavare frequentemente i copridivani e i copriletto, se il gatto è abituato a dormire su letti e divani. Con queste abitudini è possibile godersi con relativa serenità la convivenza con i gatti, anche se si è debolmente allergici.